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Latte d'Asina

Updated: Jan 3, 2021

Il futuro è oggi. Il passato, da riscoprire. Domani sarà tardi.

La tecnologia ci travolge con le sue innovazioni. L’elettronica ha preso possesso dei nostri comportamenti. Rimaniamo smarriti se scopriamo di non essere connessi. La connessione gestisce la nostra esistenza di giorno come di notte, al lavoro ed in vacanza. Se immaginassimo la materializzazione delle onde elettroniche che attraversano l’etere nelle nostre città e nelle nostre case, ci scopriremmo strangolati da flussi minacciosi colorati che ci avvolgono come matasse incandescenti al bagno, in ufficio, nel treno.


Il mondo delle stampanti elettroniche 3D apre orizzonti straordinari nel campo del design, dell’industria manifatturiera e soprattutto nel campo medico dove possiamo disporre di protesi calibrate “a misura” per la sostituzione dei nostri organi più malandati. Pezzi di ricambio su ordinazione che allungano la nostra vita e garantiscono un benessere appena ieri sconosciuto.


Non è ancora trascorso un secolo dal giorno in cui Carlo Levi scese dal treno per essere confinato in questa Basilicata. Trentun anni dopo, gli americani atterrano sulla luna. Arriva la luce elettrica, l’acqua corrente, l’Alta Velocità. C’è la Televisione, l’Aria Condizionata, il Web, il Frigorifero e il Computer ma, indagando all’interno delle piccole case semi abbandonate dei nostri centri storici, nelle camere da letto, nelle stalle, nelle botteghe, si scoprono tracce profonde di un passato recente troppo rapidamente cancellato. Risorse e costumi cristallizzati sotto un velo di pudore, custoditi in segreto in attesa del riscatto di un orgoglio dimenticato.

Tornare ad inseguire i mezzi naturali nell’agricoltura, l’influenza degli astri, il calendario bioclimatico, i cicli biologici delle piante e degli animali potrebbe apparire anacronistico.

Ma mai come oggi si avverte la estrema necessità di una pausa di riflessione. Un passo indietro per la salvaguardia della specie umana. Una riflessione sulla conoscenza del passato. Tornare a riconoscere i sapori del cibo ed i profumi naturali che l’industria chimica è riuscita ad imitare alla perfezione trasformando i campi agricoli in immense fabbriche produttive.


Albert Einstein aveva compreso che “se le api scomparissero dalla faccia della terra, l’Uomo avrebbe solo quattro anni di vita”.


Vivere in un ambiente ostile, dormire in un luogo anonimo e rumoroso, nutrirsi in forma disordinata ed artefatta, aggredire l’ambiente, consumare il territorio, inquinare le sorgenti naturali, muoversi in spazi alienanti e soprattutto rinchiudersi nell’egoismo della propria individualità comportano per l’uomo la perdita progressiva dei valori sostanziali e vitali del suo essere e la dissociazione dei suoi equilibri fino a renderlo aggressivo, misantropo, chiuso nel suo disinteresse, ostile verso la società che lo circonda e depauperato della identificazione simbiotica con il suo ecosistema.


Territorio, Urbanistica e Architettura sono i cardini fondamentali sui quali impostare le nuove sfide verso un futuro sostenibile e a basso impatto sull’ambiente.

Antropologi come Ernesto De Martino hanno scavato nelle nostre arcaiche memorie per portare alla luce comportamenti, azioni e simbolismi che ancora oggi mantengono inalterata la loro attualità.


La ricerca delle autenticità non è operazione difficile poiché è sufficiente scavare leggermente nelle memorie degli anziani e porsi all’ascolto delle loro storie, dei racconti, delle testimonianze per attingere ad un universo infinito di interesse antropologico attraverso la scoperta dei segreti del borgo, della gastronomia, delle tradizioni, dei costumi, della magia, della storia e della letteratura.


La tecnologia può arrivare prepotentemente in nostro aiuto e può sovrapporsi delicatamente ai nostri spazi urbani trasformandoli in mirabili testimonianze da offrire al mondo. Montaggio di file Audio, Foto e Video, mixaggi, doppiaggi ed elaborazioni in Post Produzione consentiranno di ottenere mappature specifiche dimensionate e proiettate sulle sagome architettoniche delle nostre case, dei vicoli, degli alberi, dei selciati in pietra, generando un indotto di imprenditorialità giovanile in continua evoluzione. A noi la magia di porci all’ascolto delle storie autentiche di un borgo che d’improvviso si rianima dal suo torpore per stupire ancora una volta l’uomo del futuro.


Tra leggende, esorcismi, favole e racconti riemergerà la riscoperta graduale dell’antica filiera che portava alla produzione ed alla commercializzazione del latte d’asina. I nostri predecessori forse non lo sapevano. La presenza nel latte d'asina, di sostanze ad attività probiotica, che regolano la flora microbica intestinale, ricca di fattori di rilascio ormonale, di anticorpi e di composti azotati ad azione antibatterica, rendevano questo alimento primordiale, sicuro, prezioso e naturale. Non escludiamo a priori nuove forme di imprenditorialità che potrebbero nascere da giovani allevatori di simpatici somari.


Ed eccoci giunti al futuro. La risposta ci viene ancora una volta dalla Natura.


Si scopre che lo scarto delle piante di mais che oggi non solo non rappresenta fonte di guadagno ma anzi determina spese, lavorazioni e perdite di tempo, potrà essere trasformato. Lo scarto della pianta di mais, sottoposta a trattamenti chimici particolari consente di ottenere prodotti innovativi caratterizzati da nuove proprietà simili alla celluloide ma più plasmabili a seconda dell’utilizzo che se ne vorrà fare. Oggettistica, arredi, mobili, contenitori e filati tessili per giungere alla produzione di stoviglie, bicchieri e piatti che, al termine del pasto, potranno essere mangiati.


Ancora una volta, dalla polvere antica, una risorsa per il futuro.




Lodovico Alessandri






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